Restare a casa può essere spettacolare

Molto ma molto molto prima di essere rimandato a casa in malo modo da Sanremo, facendo a seconda dei punti di vista la figura dello sprovveduto o del furbo di tre cotte per essersi presentato con l’impresentabile Castoldi, il buon Cristian Bugatti al secolo Bugo (de)cantava di quanto spettacolare fosse stare a casa.

Erano i primissimi anni zero e ricordo di averlo conosciuto allorché apriva un concerto alla FLOG di Firenze. Mi colpì per una bislacca canzone sugli spermatozoi e quel miscuglio di generi che testimoniava sotto sotto un cantautore non banale.


 

Atti osceni

Nel 1988 Steve Albini, messa da parte l’esperienza dei Big Black arruola la sezione ritmica dei seminali Scratch Acid,  il batterista Rey Washam e il bassista David Sims e dà vita ai Rapeman: un EP intitolato Budd e un LP, Two Nuns and a Pack Mule, entrambi licenziati dalla Touch & Go, poi lo sciogliete le righe prima di varare gli altrettanto formidabili Shellac.

Spietato negli effetti chitarristici, osceno nei testi, esemplare l’attacco ai Sonic Youth, colpevoli agli occhi del nostro di essersi venduti alla major discografiche con Kim Gordon’s painties, Albini ridisegna i confini del noise e dell’hardcore. C’è già tutto: i Nirvana (che vedranno proprio Albini al mixer per l’album In Utero), i Jesus Lizard, gli Slint verranno solo in seguito.