Insetti

“Mentre l’albero era ancora alto e dritto, veniva già divorato da milioni di insetti ronzanti sotto le sue propaggini […] da molti vermi ed insetti coriacei gialli, marroni e neri […] milioni nel corpo di un solo albero svettante. L’albero cade e gli insetti se ne appropriano completamente”.
Il compositore ungherese Béla Bartók ha fuso mirabilmente nelle sue opere la musica popolare dell’Europa dell’est con la musica d’avanguardia. Piccolo e gracile nel fisico ma determinato a perseguire gli ideali della sua musica senza mai scendere a compromessi e sfidando le avversità con ostinazione e fierezza fossero gli ambienti musicali prima, il nazismo poi e in ultimo la leucemia che lo porterà alla morte nel 1945 dopo aver speso gli ultimi mesi di vita a comporre in una vera e propria lotta contro il tempo che gli scavava dentro come quegli insetti che nelle sue lettere erano la metafora della sua malattia.

Eretici, Ermetici

RIO, acronimo di Rock In Opposition, nasce il 12 marzo 1978 a Londra. L’opposizione dichiarata è alla musica commerciale. E il volantino vergato da Chris Cutler è eloquente: “I discografici prendono le loro decisioni basandosi sul profitto ed il prestigio… essi hanno orecchie solo se si tratta di rubare denaro, cuori che pompano sangue di chi assassinano”. Sotto lo slogan “The music the record companies don’t want you to hear” si esibiscono cinque gruppi da altrettanti paesi: i padroni di casa, gli Henry Cow, gli italiani Stormy Six, gli svedesi Samla Mammas Manna, i francesi Etron Fou Leloublan e i belgi Univers Zero.

Quest’ultimi, capitanati dal batterista Daniel Denis, si portano dietro un armamentario di viole, violoncelli, clarinetti, harmonium e spinette. Più che il rock inseguono Bartok e la musica contemporanea. Il loro secondo disco ‘Heresie’ del 1979 è esemplare: l’umore è tetro e plumbeo come i cieli di Bruxelles. Negli anni seguenti incorporeranno nella loro musica strumenti elettronici e sintetizzatori ma senza mai discostarsi dal loro credo eretico lontano da ogni altro genere precostituito. Il loro suono rimarrà sempre, come titola una delle loro prime composizioni, un “caos ermetico”.