Giù il cappello

“Space is just an ashtray / Flesh is my best wheel / The atmosphere’s my highway / And the landscape’s my next meal” (da Me and My Woman)

Ci deve essere qualcosa se non va se rimani nell’ombra dopo aver cantato in uno dei dischi più famosi (e venduti) dei Pink Floyd e dopo che addirittura i Led Zeppelin ti dedichino una canzone, Hats off to (Roy) Harper, nel loro terzo superbo disco, quello della svolta folk-rock e ti vogliano con loro in tour.

Roy Harper, folk-singer eclettico e lunatico, giunse alla Harvest nel ’69 con alle spalle già tre dischi ma il meglio doveva ancora venire con Flat Baroque and Beserk contenente la polemica e antirazzista I hate the white man e le quattro lunghe tracce di Stormcock  con il contributo chitarristico di S. Flavius Mercurius bizzarro nome dietro cui si celava per meri problemi contrattuali Jimmy Page, gli Zeppelin incidevano per la concorrente Atlantic.

Ascolta gli alberi

I Trees sono stati una band inglese di folk-rock attivi tra il 1969 e il 1972 caratterizzata dalla limpida voce di Celia Humphris. Due album all’attivo, The Garden of Jane Delawney e On the Shore, entrambi pubblicati dalla CBS nel 1970. Nel secondo LP compare una bella versione della classica Geordie, già portata al successo da Joan Baez e, in Italia, da Fabrizio De André.