L’abito non fa il monaco

“Se hai bellezza e nient’altro, hai più o meno la miglior cosa inventata da Dio”.
Il poeta e drammaturgo Robert Browning e sua moglie, la poetessa Elizabeth Barrett Browning, vissero a Firenze dal 1847 al 1861. Risalgono a questo periodo la maggior parte dei suoi monologhi drammatici, in particolare Fra Lippo Lippi, dedicato al grande pittore del quattrocento, monaco truffaldino e licenzioso.

E al monologo di Browning si ispirerà un trio norvegese, quando nel 1981 darà alle stampe il primo album ‘In silence’. La splendida copertina racchiude un album notturno, freddo, invernale, con i fantasmi dei Joy Division che appaiono e scompaiono in continuazione. Uno sprofondare traccia dopo traccia sotto una nevicata sempre più insistente e silenziosa.

‘In silence’ rimase una piccola gemma senza seguito. Campare di note non è facile e così da lì a poco un paio di membri del gruppo, diventato nel frattempo un quartetto, non sentendosela di lasciare il proprio lavoro per rischiare la carriera musicale si tirarono fuori dalla partita.

Il duo superstite s’incamminerà su una via più accessibile e pop. Brani come
“Shouldn’t have to be like that”, “Everytime I see you” e “Light and shade” saranno i loro maggiori successi commerciali elevandoli al ruolo di star nelle Filippine del dopo Marcos. Nel 1988 metteranno a segno sei sold out consecutivi a Manila. Quanto di più distante si possa immaginare dalle brume del paese dei fiordi e da quel loro ottimo esordio.