Oltre il basso, l’altrove

Ho atteso con impazienza di mettere sul piatto del giradischi Alone, il nuovo lavoro di Gianni Maroccolo, storico bassista dei Litfiba e da appassionato di acronimi, di CCCP, C.S.I., P.G.R.. Tralascio il curriculum lunghissimo di musicista e produttore del Marok che, mandato in pensione lo storico basso Attilio, ha ripreso a  percorrere sentieri più elettronici e sperimentali. Alone è il primo episodio di quello che sarà il suo disco perpetuo che uscirà a cadenza semestrale per sempre. Questo primo disco, curatissimo nell’artwork, vede la presenza di una vecchia conoscenza del rock nostrano come Edda Rampoldi, voce dei Ritmo Tribale e Iosonouncane.

Il lungo flusso sonoro del disco, scherzosamente etichettato come krautmarok, omaggia tanto la  musica cosmica tedesca quanto il post-punk degli esordi di Gianni fino alle suggestioni etniche e world, ben esemplate dalle nenie indiane di Edda e che rimandano all’importante collaborazione di Marok con il compianto Claudio Rocchi.

Il blu, l’oro e il magico giallo

Furono disseppelliti dal dimenticatoio, prima di tornarcene repentinamente, dalla Spittle Records, i nostrani Leanan Sidhe.  Nel sottobosco fecondissimo della Firenze degli anni ottanta, dove i più affermati Litfiba e Diaframma ripetevano più o meno scolasticamente la lezione del post-punk d’oltremanica, i Leanan Sidhe seppero affondare le mani nelle acque pù profonde della psichedelia come testimoniato dai due ottimi miniLP del biennio 86-87 Ash Grove Primroses e Our Early Childhood Skyes raccolti vent’anni dopo con un paio di inediti su CD col titolo di Blue and Gold (and Magic Yellow). A queste due prime prove seguì un’esistenza nascosta che portò alla realizzazione di  due lavori estremamente sperimentali come Plansequence del ’94 e di Calendario Arboreo Perpetuo del 2000 .

Gotico italiano

Le sonorità gothic trovarono in Italia, e in particolare a Firenze, terreno fertilissimo con la neonata I.R.A. Records che produsse i primi dischi di Litfiba, i Moda di Andrea Chimenti, gli Underground Life di Giancarlo Onorato e i Diaframma di Federico Fiumani che con l’arrivo del cantante Miro Sassolini realizzarono l’ellepì Siberia, uno dei migliori album della dark wave di casa nostra.

Tenere a mente

In questi giorni ricorre il ventottesimo anniversario delle proteste di piazza Tien An Men a Pechino.

L’immagine simbolo della protesta è quella dell’uomo che si parò davanti all’avanzata dei carrarmati. Quell’immagine fece subito il giro del mondo colpendo anche i due gruppi italiani più importanti dell’epoca, i Litfiba e i CCCP Fedeli alla Linea, entrambi reduci da due concerti tenuti in primavera in Unione Sovietica, a Mosca e a Leningrado. I fatti di Tien An Men  ispirarono due canzoni: ‘Il vento’ , il cui testo gioca sulla facilotta assonanza con il dialettale ‘tieni a mente’, dei Litfiba e l’omonima Tien An Men, dai ritmi etno-industrial,  per il gruppo reggiano. Sono passati ventotto anni e ancora nessuno conosce l’identità dell’uomo che si oppose all’avanzata dei carrarmati né quale sia stato il destino suo e di tanti altri giovani che manifestarono contro il reticente governo cinese che contabilizza in solo (si fa per dire) 319 le vite spezzate durante gli scontri ma che si teme siano state molte di più.