Contro il grande freddo

E’ notte e tu dormi / e io ti guardo dormire / il mio risveglio è così improvviso / nulla si muove / qui niente sembra cambiato / eppure tutto è fuori posto / solo il silenzio / tu dormi / e nel sonno sorridi / ti muovi nel buio a cercare / non sento nulla / tutto è così lontano

Ho scoperto di recente che uno dei membri storici dei torinesi Gatto Ciliegia Contro Il Grande Freddo per mantenersi, bella la vita dei rockers ma dura quella dei post-rockers,  va in giro con un furgone a distribuire prodotti surgelati. Partiti dal post-rock con un paio di ottimi album alla fine dello scorso il millennio Gatto Ciliegia ha allargato i propri orizzonti lambendo territori più pop, vedi le rivisitazioni di canzoni degli anni ’60 con la voce di Robertina e la partecipazioni a molte colonne sonore, buon’ultima quella di Nico, 1988, il lungometraggio della regista Susanna Nicchiarelli che ripercorre l’ultimo anno di vita della grande cantante tedesca.

Deserto di ghiaccio

Una voce che raggela il sangue. Potrebbe essere stata registrata dopodomani o mille anni fa. La musica che l’accompagna può appartenere all’Europa o all’Asia. Ogni cosa è inchiodata da qualche parte fuori dallo spazio e dal tempo. E l’unica cosa che ti rimane è seguire quella voce senza fare domande.
Due LP, Marble index e Desertshore, che svettano come due monoliti in un deserto lunare. John Cale suona quasi tutto: viola, glockenspiel, harmonium, percussioni. Tratteggia quegli esili scenari dove può aleggiare la voce spettrale di Nico. La Chelsea girl è già anni luce oltre il disco della banana di Warhol, anni luce oltre il già l’imprescindibile disco dei Velvet Underground.

 

Cani sciolti

Il primo giugno del 1974 al Rainbow Theatre si danno appuntamento quattro illustri diseredati del rock: Nico e John Cale dai Velvet Underground, Kevin Ayers dai Soft Machine, Brian Eno dai Roxy Music. Come una muta di cani sciolti (e in compagnia di altri outsider come Robert Wyatt, Ollie Halsall dei Patto più Mike Oldfield) danno vita a un concerto che in qualche modo chiude un’epoca e prepara il terreno a una musica di là da venire e in cui i nostri, in particolar modo Eno e Cale, tireranno i fili da dietro le quinte: e sarà appunto la new wave di Patti Smith, Devo, Talking Heads e compagnia cantante.
Il concerto oltre l’attingere al  repertorio dei quattro include anche due significative cover, di Elvis Presley,  una Heartbreak Hotel deturpata da John Cale e di Jim Morrison, quella The end che Nico porterà a vertici ancora maggiori di disperata e glaciale angoscia.

Il gatto di Schroedinger e la fine del topo

Non potendosi permettere di viaggiare dalla Pennsylvania fin nel Wisconsin  Waldo Jeffers, preoccupato che la sua Marsha lo possa tradire, si chiude in una scatola e si fa pacco postale.

Quando Marsha, in compagnia di Sheila e a cui sta raccontando dell’uomo con cui è stata la sera prima, riceve il pacco e non riesce ad aprirlo porge delle grosse forbici all’amica che in un colpo solo apre il pacco e la testa del povero Waldo.

Questa la storiella macabra scritta da Lou Reed e letta da John Cale e incisa sul secondo album dei Velvet Underground White Light\White Heat, LP ancora più ostico del primo, imprescindibile esordio in compagnia di Nico.