Considera l’aragosta

Rubo il titolo alla omonima raccolta di saggi di David Foster Wallace per scrivere dell’aragosta più  famosa della new wave, la Rock Lobster dei B52’s da Athens, Georgia culla dei più famosi R.E.M. e degli infinitamente meno Pylon.

Parlare dei B52’s vuol dire per me fare pubblica ammenda per non averli mai considerati né  carne né pesce. E invece il loro sound è  prelibato come il miglior crostaceo: solare, ironico, geniale nel recupero della miglior tradizione dei gruppi vocali degli anni sessanta e della surf music.

La repubblica del prog

I Tasavallan Presidentti, letteralmente il Presidente della Repubblica, sono stati tra i maggiori gruppi progressive finlandesi. Fondati nel 1969 dal chitarrista Jukka Tolonen e dal batterista Vesa Aaltonen e da un paio di membri dei Blues Section, Måns Groundstroem e Frank Robson, esordiscono lo stesso album con un album eponimo ma è del 1972 la loro prova migliore rappresentata dal disco Lambertland con  Eeri Raittinen alla voce al posto di Robson e Pekka Pöyry ai fiati. Ottimo disco con in evidenza la pastorale Last Quarters che tanto mi fa pensare ai R.E.M. di Michael Stipe.

La scuola di Athens

L’Università della Georgia ha sede ad Athens, piccola cittadina a un centinaio di chilometri da Atlanta. Il vivace ambiente del college ha visto sul finire degli anni ottanta nascere band importanti come i R.E.M. e i B-52’s ma anche i meno famosi Pylon. I Pylon esordiscono con il singolo Cool/Dub nella primavera del 1980. Nello stesso anno pubblicano il primo LP Gyrate seguito, tre anni dopo, dal secondo e ultimo Chomp. La band si scioglie pochi mesi dopo.

Nel 1985 saranno omaggiati dagli stessi R.E.M. che pubblicano la loro Crazy come B-side del singolo Driver 8.

Una corona di spine poggiata sul palco tra la chitarra e le spie

Una corona di spine poggiata sul palco tra la chitarra e le spie.

Così Emidio Clementi dei Massimo Volume ci ricordava di ricordare il compianto cantautore americano Vic Chesnutt, morto a soli 45 anni dopo una vita segnata da un terribile incidente d’auto che l’aveva costretto su una sedia a rotelle dall’età di 19. L’incidente era stato provocato dalla dipendenza all’alcool da cui riuscirà col tempo faticosamente a liberarsi. Sintomatico in tal senso il titolo del suo terzo disco Drunk, registrato in un perenne stato di ubriachezza. Non riuscirà invece Chesnutt a liberarsi da quei demoni che lo porteranno a tentare più volte il suicidio, sempre sventato, fino all’ultimo, fatale.

Scoperto ad Athens dall’illustre concittadino Michael Stipe, cantante dei R.E.M. che produrrà i suoi primi dischi e divenuto beniamino di tanti musicisti, dagli Smashing Pumpkins a Madonna, per i suoi testi poetici e spesso dolentemente autobiografici, Vic Chesnutt si inoltrerà anche in territori altri come quando nel 2007 registrerà l’album North Star Deserter  con i canadesi Thee Silver Mt. Zion Memorial Orchestra e il chitarrista dei Fugazi Guy Picciotto che aggiungeranno un’eroica drammaticità alle sue canzoni.

Il lupo non perde il vizio

Leggenda vuole che nel 1963 Warren Zevon partì dall’assolata Arizona in direzione New York in cerca di fortuna come cantante folk. Aveva appena sedici anni e l’auto appena vinta dal padre, giocatore d’azzardo. Nel 1978 con il singolo Werewolves of London riuscì ad ottenere un discreto successo nonostante le continue ricadute nel vizio dell’alcol che si ripeteranno frequenti nella sua vita.
Nel 1987 il nostro si ritrova in studio con 3/4 dei R.E.M., manca solo Michael Stipe, per le registrazioni di un suo disco solista. Complice l’alcol i quattro in una sera realizzano una serie di cover scanzonate che verranno pubblicate nel 1990 sotto lo pseudonimo Hindu Love Gods. Tra tanti archetipi folk e blues (Woody Guthrie, Robert Johnson, Willie Dixon, Bo Diddley, Muddy Waters) spicca una versione molto rock di Raspberry beret di Prince.