A questo mondo perfetto io rendo grazia

Preghiere, l’esordio solista di Vero, al secolo Fabio Barovero, fu cosa ben distante dal suono dei suoi Mau Mau. Jazz, elettronica minimale, archi, field recordings, sapienti cameo di Mauro Ermanno Giovanardi (La Crus), Emidio Clementi (Massimo Volume). Ottimo primo tassello di un musicista eclettico.

Paesaggi non euclidei

Arpa, pianoforte e sintetizzatori a evocare gli scenari alpini non euclidei René Daumal. L’album d’esordio di Raul Lovisoni e Francesco Messina, ideale prosecuzione del romanzo incompiuto del poeta francese vicino ai surrealisti, Prati bagnati del monte Analogo esce nel 1979 per l’etichetta Cramps di Gianni Sassi, con la produzione di Franco Battiato e la partecipazione, in una delle tre lunghe tracce, di Juri Camisasca. E sembra veramente di lambire il senso di  quella vetta tanto agognata dai personaggi del libro.

Alienato punk alieno

I Rocket from the Tombs da Cleveland, Ohio, durarono una manciata di mesi ma le loro prime composizioni diventarono i primi cavalli di battaglia delle due band formate dai suoi membri ovvero i Pere Ubu di David Thomas e i Dead Boys di Cheetah Chrome e Stiv Bators entrato a piazzare Thomas alla voce e probabilmente motivo della scissione. Nel 2002 furono pubblicate alcune registrazioni di quel fatidico 1975:  The Day The Earth Met The Rocket From The Tombs (Live from Punk Ground Zero, Cleveland 1975) contiene materiale originale e cover di Stooges, Velvet Underground e Rolling Stones.

Materiali resistenti

Nel 2010, a 15 anni di distanza da Materiale Resistente uscì un’altra compilation dedicata al 25 aprile. Stavolta i protagonisti furono molte tra le migliori leve degli anni zero e qualche reduce della prima ora: Mariposa, Fabrizio Tavernelli, Paolo Benvegnù, Marta Sui Tubi, Tre Allegri Ragazzi Morti, Mara Redeghieri, Le luci della centrale elettrica, Offlaga Disco Pax, New Cherry, Giardini di Mirò, Massimo Zamboni, Cisco.

Qui il link per ascoltare il disco: https://www.rockit.it/compilation/materiali-resistenti/13132

E qui un video del concerto di Carpi con molti dei partecipanti al disco:

 

È difficile ridere ad un addio (accoppiamenti giudiziosi #2)

L’immagine felice e spensierata dei Beach Boys era la gabbia in cui Brian Wilson si dibatteva. Soffriva senza nasconderlo: il testo di Surf’s up, scritto con un altro grande irregolare quale Van Dyke Parks è eloquente, una terra dolente dove tutto cade come tessere del domino ma dove forse c’è ncora speranza.

I heard the word / Wonderful thing / A children′s song”

La canzone doveva far parte di Smile, l’album distrutto e perduto e, decenni dopo, in qualche modo, ricostruito e reso pubblico.

Un altro grande irregolare, David Thomas dei Pere Ubu, ne realizzò una splendida cover nel 2001 con i suoi Pale Boys. E lo stesso brano diede il titolo all’intero album.

Di idrofoni e metallofoni (Registrazioni oscure #4)

Altro disco in tandem, New and Rediscovered Musical Instruments, quarta uscita della Obscure vede lo scultore sonoro Max Eastley sul lato A alle prese con idrofoni, metallofoni ed altre sculture risonanti e, sul lato B, David Toop, a destreggiarsi tra strumenti ortodossi come la chitarra e altri autoassemblati. Toop avrà poi una brillante carriera di scrittore e critico musicale, tra i suoi libri più noti Oceano di suono, Musica ambient e ascolto radicale nell’era della comunicazione.

È stato un tempo il mondo

Concerto al palasport di Firenze dei CSI, 14 settembre 1994, non c’ero ma da lì a brevissimo non mi sarei mai più perduto un loro concerto in zona. Concerto imperfetto ma la resa della registrazione sonora è eccellente, scaletta a metà tra CSI e CCCP, assente Zamboni per infortunio. Sarà assente nello stesso palasport sei anni dopo, quando i CSI, ormai a fine corsa, condivideranno il palco con Goran Bregovic e apriranno il concerto con Polvere, dal disco di Giovanni Lindo Ferretti, Codex, lambendo territori trip hop. Ma questa è un’altra storia.

Due uova di Pasqua quasi industriali

Prima dei Cluster c’erano stati i Kluster, ovvero i Cluster più Conrad Schnitzler. Due album, tratti dalle stesse sessioni di registrazione ma editi nel 1970, Klopfzeichen, e nel  1971, Zwei Osterei. Due album sponsorizzati niente di meno che dalla chiesa! In cambio di un aiuto economico, infatti, i nostri sovrappongono alla loro musica dalle cadenze quasi industriali, messaggi religiosi. L’esito è straniante ma la musica è premonitrice di quanto i due membri superstiti, Moebius e Roedelius combineranno più avanti.

Georgia in his mind

Nel 1970, Marion Brown, dopo varie esperienze sonore in America e in Europa, torna negli Stati Uniti e comincia a insegnare musica in una scuola elementare. Lì lascia i bambini liberi di costruirsi i loro strumenti. Intanto compone il primo di tre dischi dedicati alla natia Georgia, Afternoon of a Georgia Faun, dove tra gli strumenti utilizzati c’è n’è anche uno realizzato dallo stesso Brown con coperchi di pentole. All’album partecipano Anthony Braxton, Bennie Maupin, Chick Corea e la cantante Jeanne Lee. Seguiranno nel 1973, Geeche Recollections e l’anno seguente Sweet Earth Flying.

Suoni criptici dalla cripta

Francia, 1973. Jac Berrocal e Roger Ferlet hanno un mucchio di strumenti riportati dai loro viaggi dal medio oriente fino al Nepal ma non hanno abbastanza soldi per permettersi uno studio di registrazione. Gli viene in soccorso il parroco della basilica di Sens che concede al trio, completato da Dominique Coster, l’uso della cripta di Saint Sevinien: nasce così l’album Musiq Musik, primo passo, per Berrocal, di una lunga carriera di sperimentatore.