Una sedia non basta

Bertoia nasce Arieto, siamo nel Friuli nel mezzo della Grande Guerra, e diventa Harry negli Stati Uniti, dove la famiglia emigra in cerca di fortuna. E fortuna Harry ne farà moltissima con la sua diamond chair, una sedia in metallo ideata per la Knoll. Ma la diamond chair sarà anche la sua condanna a essere ricordato come designer prima ancora che come artista in continua esplorazione: scultore che predilige il metallo a un certo punto comincia a indagare le possibilità sonore delle sue opere registrando dal 1970 i Sonambients, una serie di undici LP che imprigionano il vento delle sue sound sculptures.

L’elettronica eterozigote

Fondatore con Pierre Schaeffer del Groupe de Recherches Musicales, Luc Ferrari teorizza, a partire dalla musica concreta quella che definirà musica anedottica: i rumori di ambiente e i suoni trovati si fanno racconto e dramma.

Primo esempio di questa musica anedottica è la composizione Hétérozygote, realizzata nei primi anni sessanta dopo l’apprendistato classico con Olivier Messiaen e Arthur Honegger e l’incontro, negli Stati Uniti, con Edgard Varèse che allora cominciava le sue esplorazioni elettroniche.

L’arcipelago sonoro

André Boucourechliev nasce a Sofia, in Bulgaria, nel 1925. Studia a Parigi, in seguito otterrà anche la cittadinanza francese e approfondisce i suoi studi a Milano con Berio e Maderna e negli Stati Uniti con Cage. Più noto come musicologo che come compositore, ha scritto libri su Schumann, Chopin, Beethoven, si è cimentato negli anni ’50 con la musica elettronica in quel laboratorio unico che è stato il Groupe de Recherche Musicale di Parigi. Notevole la serie degli Archipels, composti negli anni sessanta e settanta, e le cui partiture indagano i limiti della libertà espressiva dei musicisti: ogni esecuzione è diversa dall’altra senza però mai cadere nell’aleatorietà.

 

L’articolazione dei suoni

Io una volta a Budapest ho detto per scherzo: “quando morirò, se proprio ci tenete a chiamare qualcosa con il mio nome, dedicatemi una strada sbagliata . Ecco come mi sento io.”

Da bambino Gyorgy Ligeti sognava di diventare scienziato e anche se diventò musicista non dimenticò l’amore per le strutture matematiche e chimiche come la clorofilla che “ha al centro un atomo di magnesio, come un ragno in agguato in mezzo alla ragnatela”. Un musicista capace di spingersi oltre le convenzioni del tempo e guardare oltre, capace di comporre musica elettronica e scioccare il suo pubblico come quando nel ’63 in Olanda mandò in scena la prima del suo Poema sinfonico per cento metronomi’ il pubblico si trovò sul palco dieci esecutori che azionarono cento metronomi! Il pubblico prima restò perplesso in silenzio poi cominciò a protestare. Il concerto, che doveva anche essere trasmesso in televisione, fu sostituito nel palinsesto da una provvidenziale partita di calcio. Ma anche la sua produzione più propriamente classica si è sempre spinta un po’ più in là. Uno come Stanley Kubrick non poteva non innamorarsi di un tale musicista e utilizzerà in più d’uno dei suoi film le composizioni di Ligeti.

Splendida la partitura visuale realizzata negli anni settanta dal graphic designer Rainer Wehinger per la sua Artikulation, composizione elettronica del 1958 realizzata con l’ausilio di Gottfried Michael Koenig e Cornelius Cardew, lo sperimentatore inglese all’epoca assistente di Karlheinz Stockhausen.

Tema libero

Duluth nel Minnesota è famosa per aver dato i natali nel ’41 a un certo Robert Allen Zimmermann meglio noto come Bob Dylan. Anche Michael Ranta nasce a Duluth, nel ’42 ma il suo nome è molto meno noto. Percussionista, studia con Stockhausen in Germania e registra dischi fortemente sperimentali e improvvisati. Nel ’70 registra con l’organista canadese Mike Lewis e il chitarrista tedesco Karl-Heinz Bottner e la supervisione del produttore Conny Plank “diabolus in musica” come viene citato nelle note del LP cinquantatre minuti di musica da cui saranno editate le due lunghe tracce Wired I e II presenti in Free Improvisation pubblicato per la Deutsche Grammophon nel ’74, un triplo LP che includeva anche New Phonic Art e Iskra 1903 e diritto finito nella lista dei Nurse With Wound. Altre registrazioni con i soliti Conny Plank e Mike Lewis vedranno la luce solo in anni recenti. Nel ’75 Ranta si sposta in Giappone dove registra un’altro ottimo disco Improvisation Sep. 75 in compagnia di due musicisti nipponici Toshi Ichiyanagi e Takehisa Kosugi.

La Befana vien di notte…

Un calzino in copertina e il titolo burlone come The leg end (così, con le due parole staccate) of Henry Cow come leccornia musicale per questa Epifania l’esordio del leggendario gruppo avant-prog inglese.

 

Il barbecue di mamma

Mom’s è una compilation del musicista d’avanguardia Carl Stone, classe 1953, allievo di Morton Subotnick dopo aver cominciato a fare jazz-rock con il futuro mito della musica industriale Z’EV.  Attivo per molti anni tra San Francisco e Tokyo, Stone è un manipolatore di suoni, tra collage, field recordings e frequenti incursioni nella musica tradizionale giapponese.

 

La Luna Cinese

Costin Miereaunu nasce nel 1943 a Bucarest e studia musica prima a Parigi epoi a Darmstadt, allievo di Stockhausen e Ligeti. Acquisisce nel ’77 la cittadinanza francese e dal 1981 insegna alla Sorbona. Compositore di musica aleatoria e musica concreta nel 1975 incide per l’etichetta milanese Cramps di Gianni Sassi l’album Luna Cinese, composta da due lunghe tracce, un collage di voci sul lato A del vinile e un minaccioso strumentale sul lato B. Album finito dritto, manco a dirlo, nella lista dei Nurse With Wound.

Zappa alla francese

Compositore d’avanguardia, cantante, clarinettista, il francese Albert Marcoeur, classe 1947, viene definito come il Frank Zappa d’oltralpe. L’esordio è del 1974 e gli varrà  un posto nella sempre famigerata e benemerita Nurse With Wound list. Avanguardia e divertissement. Da ascoltare.

Un altro stile di vita

Le immagini di Koyaanisqatsi, film-documentario presentato per la prima volta nella primavera del 1982 del regista Godfrey Reggio, sono sottolineate dal solo commento sonoro di Philip Glass. Il minimalismo del compositore statunitense permea completamente la pellicola priva di dialoghi e trama e dove la chiave interpretativa va cercata nella parola hopi, la lingua degli amerindi dell’Arizona che vuol dire vita tumultuosa ed è quindi un invito a cercare un altro stile di vita.

La colonna sonora esce una prima volta nel 1983 ma solo con una parte delle musiche presenti nel film. La versione completa sarà edita solo nel 2009.