Strumenti e voci (registrazioni oscure #5)

La Obscure Records fu fondata da Brian Eno nel 1975 e pubblicò dieci dischi prima di chiudere i battenti nel 1978. Pochi ma buoni se non ottimi. Qui il numero cinque della serie diviso nei due lati del long playing tra il meno noto Jan Steele e l’arcinoto John Cage: personalmente preferisco il primo lato, nell’iniziale All day viene messo in musica un testo di James Joyce, alla chitarra c’è Fred Frith, al basso Steve Beresford. Joyce fa capolino anche nell’altra metà del disco e stavolta fa capolino Robert Wyatt alle prese con una rilettura dal Finnegans Wake. In un altra traccia compare la voce di Carla Bley. Un disco insomma che non all’oscuro non può stare.

Il canto sospeso

Sulle note di copertina di Freak Out, il primo album e primo capolavoro di Frank Zappa, compare una lunga serie di ringraziamenti semiseri a personaggi eterogenei da James Joyce a Salvador Dalì, da Sacco & Vanzetti a Lawrence Ferlinghetti fino a non meglio identificati figuri quali Uncle Ed e The Hypnotist. Ma anche tanti bluesman, da Willie Dixon a Slim Harpo e soprattutto compositori d’avanguardia, Varese, Boulez, Stockhausen, Ives e anche l’italiano Luigi Nono.

Quel Luigi Nono che non è stato un coglione. A dispetto di tutte le Anna di Francia del cantautore bolognese Claudio Lolli che così rappresentava lo stato d’animo diffuso in una buona fetta della sinistra nei confronti del compositore d’avanguardia che aveva portato nella sua musica forti istanze politiche sin dall’esordio con Il canto sospeso, basato su frammenti di lettere di condannati a morte della Resistenza, e proseguito con La fabbrica illuminata, dove l’attenzione si spostava alle lotte operaie o con Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz, sulla immane tragedia dei campi di concentramento nazisti.

In Bloom

“Un uomo di genio non commette sbagli. I suoi errori sono volontari e sono i portali della scoperta.”

E’ il 16 giugno di 113 anni fa il giorno in cui Leopold Bloom si incammina per le strade di Dublino (e il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e la giovane cameriera Nora Barnacle futura musa e moglie dello scrittore irlandese) . Nell’odissea linguistica dell’Ulysses la parola si fa continuamente musica. Una ricerca della musicalità che aveva caratterizzato lo scrittore sin dagli esordi: una delle sue prime raccolte di poesie è intitolata ‘Chamber Music’ e attinge a piene mani alla poesia e alla musica iraniana. In questa raccolta è presente la poesia ‘Golden Hair’ che sarà messa in musica da Syd Barrett. Originariamente pensata per essere inserita nel primo disco dei Pink Floyd trovò posto su disco solo nel 1970 nell’album solista ‘The Madcap Laughs’.