Crimini e dissonanze

Uscito nel 2005 per l’etichetta Ipecac di quel geniaccio di Mike Patton (Faith No More, Fantomas, Mr. Bungle, Tomahawk, Mondo Cane etc. etc.) e corredato dalle note del libretto di un certo John Zorn, Crime and Dissonance è un doppio CD che raccoglie musiche composte per vari film degli anni ’70 dal grande Ennio Morricone.
Non si tratta delle strafamose musiche che hanno accompagnato la trilogia del dollaro di Sergio Leone e con cui il regista romano è stato capace di rivitalizzare e reinventare quel filone western, nato insieme al cinematografo, e in cui la forza delle immagini, delle lunghe sequenze di intensi primi piani, dei volti scavati in cui lo spettatore può penetrare l’anima dei suoi personaggi, sarebbe enormemente minore senza le musiche del grande compositore.
A inizio settanta, Morricone, impegnato anche nelle sperimentazioni del Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza, cercava di battere altre strade affrancandosi dal filone dello spaghetti western e sperimentava continuamente nuovi linguaggi sonori. Quasi solo in virtù di tale presenza ci ricorderemmo di film come Una lucertola con la pelle di donna di Lucio Fulci, L’Anticristo di Alberto De Martino, Giornata nera per l’ariete di Luigi Bazzoni, Gli occhi freddi della paura di Enzo Castellari o dei tanti altri contenuti nell’antologia curata da Patton.

Passaggiata sui cocci di vetro

27 gennaio, giorno della memoria. Buona occasione per riascoltare Kristallnacht del geniaccio John Zorn. L’artista newyorkese sensibilissimo alla musica ebraica enucleata nei tantissimi capitoli della discografia dei Masada presenta questo concept album dedicato alla famigerata Notte dei cristalli al Festival Art Project di Monaco di Baviera del 1992. Il disco viene registrato a New York nel novembre dello stesso anno con i fidi Marc Ribot alla chitarra, Mark Feldman al violino, Anthony Coleman al piano, Mark Dresser al contrabbasso, David Krakauer al clarinetto, Frank London alla tromba e William Winant alle percussioni. Il jazz-klezmer dei Masada si frantuma e si frattura trasformandosi in una camminata sui cocci di vetro con inserti rumoristici volutamente insostenibili e brandelli di discorsi del Führer: perché le ferite siano sempre aperte nel ricordo.